Michele Ruscello risponde a Gino De Nigris

Michele Ruscello, fondatore e Direttore Tecnico dell’Accademia Volley, risponde alla lettera aperta di Gino De Nigris.

Carissimo Gino,
rispondo alla tua missiva e mi fa molto piacere farlo anche se la commozione non mi consente di essere lucido. Dopo 23 anni, sono riuscito, insieme a tanti altri, primo tra tutti mio nipote Dante, a portare Benevento in serie A nello sport più diffuso in Italia dopo il calcio maschile: la pallavolo femminile.
Le parole per ringraziarti non le conosco e, quindi, non sarò in grado di far capire in modo adeguato le mie emozioni e i miei sentimenti.
L’altra mattina mentre ero a scuola nel mio ufficio, ho ricevo una telefonata di Lorella che mi diceva: “Leggi la lettera di Gino tra le news del sito”. Non avendo tempo per leggerla l’ho stampata e riposta nella mia borsa. Maledetto tempo che non basta mai: non mi ha nemmeno concesso di dedicare 1 ora alla settimana per essere vicino al nostro Amico Maurizio per cercare di alleviargli il dolore ricordando tutti i momenti belli della vita trascorsa insieme! Per far crescere l’Accademia ho dovuto anche sacrificare l’Amico che sarebbe stato pronto a qualsiasi cosa per me e per noi.
Nessuno meglio di te può capire il mio stato d’animo!
Quante umiliazioni abbiamo tollerato, quante mortificazioni abbiamo patito, quante “mazzate” e “coltellate anche alle spalle” abbiamo subito, quanti insulti abbiamo sopportato! Ma l’obiettivo era troppo importante per mollare e, grazie alla guida sapiente di tuo padre e all’amore incondizionato delle nostre mogli, siamo sempre andati avanti. La gioia di stare insieme e la ferma convinzione che la nostra era un’attività altamente educativa, formativa e utile ai ragazzi di Benevento ci hanno sempre permesso di affrontare i “nemici”, perché in alcuni casi di nemici si trattava, a viso aperto e con la sicurezza di chi è nel giusto e che non ha nulla da perdere. Abbiamo sconfitto tutti, anche qualche “giornalaio tuttologo” che, invece di aiutarci a promuovere le nostre attività, alimentava sterili e stupide polemiche pensando di metterci in difficoltà. Chi educa allo sport sa benissimo che per vincere bisogna mettersi in discussione, criticarsi continuamente ed essere pronti anche a perdere; ma sa anche che solamente il lavoro serio, corretto e continuo può permettere di rialzarsi quando si cade per le sconfitte e di mantenere alto il livello di concentrazione e di umiltà per continuare a crescere quando si raggiungono i risultati agognati. Piano piano, abbiamo scalato le montagne e abbiamo conquistato stima e fiducia a livello nazionale ma…. per noi era impossibile avere una palestra a Benevento.
Perché volevamo la palestra lo hai spiegato benissimo ma, evidentemente, l’insieme dei risultati ottenuti, della stima conseguita e delle manifestazioni che abbiamo organizzato non è stato ritenuto sufficiente: mentre altri avevano impianti in gestione, noi, raccogliendo spazi a dritta e a manca, siamo saliti fino alla serie B1 con la prima squadra e in serie C con la seconda, abbiamo dominato il settore giovanile femminile vincendo circa il 75% dei titoli provinciali su quelli disponibili, abbiamo disputato 7 finali regionali e vinto 3 titoli, abbiamo portato il beach volley in piazza e, grazie a questa manifestazione, alcuni giovani hanno vinto titoli italiani e ottenuto convocazioni in nazionale, abbiamo collaborato con il Provveditorato agli Studi per l’organizzazione di corsi di aggiornamento e per l’organizzazione dei Giochi Sportivi Studenteschi di pallavolo, abbiamo realizzato studi e ricerche…..potrei continuare ma mi fermo.
Finalmente, dopo quasi 20 anni e grazie alla perseveranza e alla tenacia di Lucia Catalano, l’allora assessore allo sport del Comune di Benevento, siamo riusciti a partecipare alla gara per la gestione della palestra Mazzini – oggi Amato ma non si sa ancora quando la potremo inaugurare.
Ci tengo a precisare che ho sempre insegnato che bisogna riconoscere i meriti delle persone e che bisogna dire sempre la verità. Nel caso specifico, è giusto e doveroso, da parte mia, riconoscere a Lucia il grande impegno profuso per avviare e portare a termine le procedure della gara per la palestra.
Caro Gino, qui siamo al ridicolo: dopo pochi mesi dall’ingresso in palestra come gestori, siamo stati invitati a liberarla per dar modo al Comune di effettuare dei lavori di ristrutturazione. Sono passati quasi 3 anni e la palestra ancora non ci è stata riconsegnata. Circa 200 bambini del nostro Centro di Avviamento alla Pallavolo li abbiamo persi, tutto il nostro settore giovanile, scopo della mia vita sportiva, è andato distrutto e solamente i miracoli di “raziuccella”, come la chiami tu, ci hanno permesso non solo di mantenere in vita un barlume di squadre under 13 e under 14, ma anche di vincere i relativi titoli provinciali. Questa volta lo devo proprio dire, bravissima Maria Grazia! Non so proprio come sia riuscita, nelle condizioni miserrime in cui si è trovata, ad ottenere risultati così lusinghieri. Con 2 allenamenti settimanali di 1 ora e mezza, con un unico gruppo di 30 ragazze in una palestra dove le dimensioni a stento consentono di disegnare il campo di pallavolo e senza spogliatoi dove poter far fare una doccia solo la sua passione e il suo amore per l’Accademia le hanno permesso di ottenere tali risultati.

Arrivato a casa, ho letto la tua lettera e ti confesso che la rabbia era mista alla commozione.
Per quanto mi riguarda, caro Gino, sono ad una svolta: o il Sindaco e il nuovo Presidente della Provincia mi aiuteranno a coinvolgere aziende del territorio per il progetto A2 e l’Assessore e il Dirigente del settore sport si decidono a sbloccare la situazione palestra Amato (ex Mazzini), o io sarò costretto ad abbandonare lo sport.
Sono stanco di combattere contro chi non capisce o non vuole capire che nella vita è importante tutelare chi lavora seriamente e lo dimostra con i fatti e con i risultati e non con le chiacchiere o con la prepotenza e/o con l’arroganza.

Sono stanco di combattere contro un assessore che non è disponibile a concordare con l’Accademia Volley una linea di interventi per permetterci di RIENTRARE IN PALESTRA (mezz’ora prima di leggere la tua lettera avevo avuto un colloquio con lui).

Mi domando perché, avendo dato ampie dimostrazioni di seria collaborazione, non si possa prevedere una sinergia per ottimizzare tempi e costi!!

Mi domando se le certificazioni di cui mi parlava l’assessore saranno mai rilasciate e perché, allora, non si controllano le documentazioni di tutte le strutture della città.

Mi domando………. tante altre cose che non ti dico per evitare strumentalizzazioni, ma………
Sono stanco di tollerare questi atteggiamenti.
La mia è una scelta dettata dallo sconforto di aver fallito! Non con i ragazzi ma con gli Amministratori a cui non sono riuscito a trasmettere i concetti che tu hai espresso magnificamente.
Ritengo che due siano le alternative alla mia incapacità: i risultati ottenuti non sono considerati rilevanti!!!; i politici non la pensano allo stesso modo.

Purtroppo, io non sono riuscito a fare di meglio e, come ben sai, l’età e le batoste della vita iniziano a farsi sentire e, quindi, non ho alternative.
Sia ben chiaro che gli Amministratori non si libereranno di me: nonostante le numerose proposte, non lascerò Benevento e siccome ho la fortuna di essere il Dirigente Scolastico del 3° Circolo “San Modesto”, vorrà dire che continuerò lì, con tutte le mie forze, a lavorare per i bambini del rione e della mia città.
Ti ringrazio nuovamente per le meravigliose parole che hai usato nei miei confronti e spero solamente di aver contribuito, anche se in minima parte, ad aver formato qualche cittadino del mondo sano, corretto e orgoglioso di essere beneventano.
Michele

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